venerdì 18 novembre 2011

Questo 17 novembre.

fronteistruz

Ieri è stata una giornata bellissima.

Abbiamo sfilato per le strade di Reggio Emilia, compatti ed uniti, per ribadire il nostro secco e irremovibile no al sistema capitalista. La finanza internazionale, che per anni ha mascherato la crisi sempre più profonda del nostro sistema produttivo e sociale, ha ora gettato la maschera.
E lo ha fatto per cercare di puntellare, a modo suo, un mondo fatto di precarietà del lavoro, diritti negati, insicurezza, guerre e sfruttamento.
Non è un caso se il Governo tecnico guidato dall’emissario della finanza internazionale (Rockfeller-Goldman Sachs) Mario Monti ha tra i suoi ministri banchieri, militari e personaggi legati doppio filo agli Stati Uniti d’America e alla Banca Centrale Europea.
Cercheranno di uscire da una crisi sistemica con l’unico metodo che essi conoscono: tagli allo stato sociale, ai diritti dei lavoratori, all’istruzione.
E a rimetterci saremo sempre noi.

Noi che studiamo in scuole fatiscenti, in classi sovraffollate e che ci smisteranno in direzioni già prestabilite: i figli dei ricchi da una parte, che potranno pagare un’istruzione privata, destinati a ruoli dirigenziali. Ed i figli delle classi popolari che andranno ad ingrossare la massa di lavoratori dequalificati e sempre ed ancor più sfruttabili.

Noi che paghiamo rette elevatissime per studiare nelle Università pubbliche e che non troviamo occupazione quando finiamo il nostro percorso formativo. La ricerca scientifica e il merito in questo Paese non interessano purtroppo.

Noi che lavoriamo in nero per tirare avanti, o che continuiamo ad accettare contratti a progetto, di collaborazione ed oltre quaranta tipologie di sfruttamento legalizzato perché altrimenti non sappiamo come campare.

Noi che oggi, 17 novembre, giornata internazionale dello studente ( anniversario degli eccidi nazisti di studenti e professori cecoslovacchi che si opponevano alla guerra imperialista scatenata dalle potenze dell’Asse ) abbiamo rivendicato con forza il diritto allo studio che oggi ci viene sempre più sottratto.
Abbiamo detto no alla ricerca del profitto ad ogni costo. Abbiamo rivendicato diritti che trent’anni fa sembravano acquisiti per sempre e che ora non lo sono più, come i servizi di trasporto pubblico. Un servizio veramente pubblico, alla portata di tutti i cittadini, accessibile come costo ed utile come trasporto.


Ci dicevano che era inutile. Che manifestare non serve a nulla, che costruire partecipazione e dibattito non avrebbe cambiato le cose.
Si sbagliavano di grosso! Lo abbiamo sempre detto, fin dalla prima mobilitazione! Ne eravamo sicuri.
Oggi abbiamo fatto un primo passo, abbiamo ottenuto una piccola vittoria.
Piccola, ma sempre una vittoria. Ed è su questa strada che vogliamo continuare, non ci fermeremo!
Ditelo ai vostri amici, ai vostri conoscenti, ai vostri genitori, ai vostri fratelli.
Oggi abbiamo lottato e abbiamo vinto.

Come diceva Ernesto “Ché” Guevara, grande comunista e rivoluzionario:
                                   

  “Chi lotta può perdere, ma chi non lotta ha già perso!”

Hasta la Victoria! Siempre!

lunedì 7 novembre 2011

Il nostro ottobre. Viva la Rivoluzione!

“Dopo aver varcato l'arco di trionfo della Porta di Mosca, monumento colossale di pietra grigia, ornato di geroglifici d'oro, di enormi aquile imperiali e dei nomi degli zar, ci inoltrammo sulla larga strada diritta, bianca per la prima neve. Era ingombra di guardie rosse a piedi. Gli uni, cantando, si recavano sul fronte rivoluzionario; gli altri ne ritornavano, coperti di fango, il viso ferreo. La maggior parte sembravano dei ragazzi. Vi erano anche donne con delle vanghe; alcune avevano fucili e cartucce; altre portavano i bracciali della Croce Rossa; donne dei tuguri, curve e fiaccate dal lavoro. Gruppi di soldati, che non si curavano di andare al passo, scherzavano amichevolmente con le guardie rosse. Vi erano anche dei marinai dalla faccia severa, dei ragazzi che portavano da mangiare ai parenti e tutti sguazzavano nel fango biancastro, spesso parecchi centimetri, che ricopiava la strada. Oltrepassammo dell'artiglieria, che si dirigeva verso il sud con un gran rumore di ferraglia; dei camion si incrociavano, irti di uomini armati; delle ambulanze, cariche di feriti, tornavano dal campo di battaglia; vedemmo un carretto da contadino, che avanzava traballante e sul quale un giovanotto, ferito al ventre, si teneva piegato in due, pallido e gemente di dolore. Nei campi, dalle due parti della strada, donne e vecchi scavavano le trincee e disponevano i reticolati di filo di ferro spinato.”
“[…] Ritornai a Pietrogrado sul sedile anteriore di un autocarro, guidato da un operaio e carico di guardie rosse. Siccome non avevamo petrolio, le lanterne non erano accese. La strada era ostruita dall'esercito proletario che andava a riposarsi e dalle riserve che venivano a dargli il cambio. Camion enormi, colonne di artiglieria, carri, senza lanterne come noi, sorgevano nella notte. Filavamo nella notte, malgrado tutto, con una velocità indiavolata, gettandoci a destra ed a sinistra, sfuggendo a collisioni che sembravano inevitabili, urtando altre ruote, seguiti dalle ingiurie di pedoni.
All'orizzonte scintillavano le luci della capitale, incomparabilmente più bella di notte che di giorno, come una diga di pietre preziose che tagliasse la pianura nuda.Il vecchio operaio teneva il volante con una mano e con l'altra indicava, in un gesto allegro, la capitale che brillava lontano.
— Tu sei mia! — gridava, il viso tutto illuminato. — Tu sei mia adesso, mia Pietrogrado!””

da “I dieci giorni che sconvolsero il mondo”, del giornalista americano John Reed



venerdì 4 novembre 2011

Solidarietà alle studentesse e agli studenti romani

 

                                          

 

IN PIAZZA CONTRO IL DIVIETO DI MANIFESTARE

Oggi [giovedì 3 novembre] a Roma gli studenti medi sono scesi in piazza contro il divieto di manifestare imposto dal sindaco Gianni Alemanno. Già dalle ore 8, oltre ai cortei che iniziavano a radunarsi davanti ai rispettivi istituti, le camionette delle forze dell’ordine presidiavano l’uscita delle scuole con l’intento di schedare gli studenti e le studentesse che si radunavano per il corteo anti-divieto. Gli studenti in risposta dichiarano “In diversi istituti la Polizia è entrata a controllare le assenze: una forma da regime totalitario, inaccettabile”. Per nulla intimoriti dalle logiche di controllo, i cortei si sono comunque incamminati per radunarsi tutti alla stazione Tiburtina, dove centinaia di studenti volevano manifestare il proprio dissenso; ad aspettarli alla stazione erano già presenti Polizia e Carabinieri in anti-sommossa per fermare il corteo autorganizzato. Pronti a partire, gli studenti, disarmati e a volto scoperto, vengono però caricati dalle forze dell’ordine ripetutamente, con unica motivazione portata da un urlo “Oggi NO!” di un poliziotto. Accerchiati dalla Polizia, l’unico modo di uscire dalla piazza è in fila indiana, schedati dalla Digos, oppure rimanere ad oltranza sequestrati dalle forze dell’ordine. Gli studenti indicono quindi un assemblea aperta a tutti e tutte,  per parlare di quanto successo, dei dieci fermati e di uno studente ferito, del fatto che la risposta da parte del sindaco e del Ministro dell’Interno Maroni ai problemi portati dai giovani sia sempre la repressione.

Allora anche noi, a Reggio Emilia, urliamo la nostra solidarietà alle studentesse e agli studenti romani; urliamo contro le logiche securitarie imposte dal Governo, urliamo contro al fatto che davanti a domande e riappropriazione di diritti la risposta sia sempre l’indifferenza ai problemi o il pestaggio da parte della Polizia. Contro queste logiche, contro un sistema al collasso, contro la crisi che continua ad avanzare e a prevaricarci, sull’onda di un movimento globale, da #occupywallstreet alle lotte studentesche cilene e dagli acampados spagnoli ad #occupyTrieste che propongono e costruiscono alternativa, rilanciamo il 17 NOVEMBRE: GIORNATA MONDIALE DELLO STUDENTE come giornata di costruzione di alternativa reale, di protesta contro quell’1% che su questa crisi ci guadagna. Una giornata nella quale, come oggi a Roma, VOGLIAMO RISPOSTE che non siano la perenne invisibilità o il pestaggio della Polizia e che, in un modo o nell’altro, dovranno saltare fuori.

                           STUDENTI IN MOVIMENTO REGGIO EMILIA, FRONTE GC REGGIO EMILIA

             E tutte e tutti quelli contro le logiche di repressione, UNITI PER UN'ALTERNATIVA REALE

giovedì 3 novembre 2011

ACT. La crisi e alcune soluzioni

Il Fronte dei Giovani Comunisti è sceso in piazza a fianco degli studenti medi, condividendo le loro rivendicazioni e partecipando all’organizzazione della manifestazione. Quello che chiediamo per ora è soltanto il buon senso dell’azienda dei trasporti: usufruiamo di un servizio che paghiamo a caro prezzo ma che risulta essere inefficiente.
Vogliamo portare il nostro contributo modellando il servizio mattutino sui nostri reali bisogni. Siamo disposti a pagare il giusto per un servizio efficiente.
Il prezzo giusto è quello che tiene in considerazione il reddito di ognuno, e ad esso va adattato: chi più ha più paghi.
Sono misure minime per affrontare la crisi che il sistema capitalista ha prodotto e di cui subiamo quotidianamente, anche nel nostro piccolo, gli effetti.
Non ci stancheremo mai di denunciare l’insostenibilità del capitalismo per i destini dell’umanità e del pianeta stesso. Le sue crisi cicliche, sempre più distruttive, non le vogliamo subire ne pagare!
Voi la crisi, Noi la soluzione!
  • stop alle missioni militari all’estero,rispetto della Costituzione ( solo i primi 7 giorni di guerra in Libia ci sono costati 12 milioni di euro!! )
  •  cancellazione di grandi opere inutili e costose come la Tav in Val di Susa e il Ponte sullo Stretto
  •  tassa sui grandi patrimoni e aumento della tassazione sulle transazioni finanziarie
+ soldi alla scuola pubblica, all’Università, alla ricerca
+ fondi allo stato sociale: sanità,trasporti,pensioni e cultura!
 
Respingiamo l’attacco agli studenti e ai lavoratori!
Uniti siamo tutto, divisi siamo niente!