Ieri è stata una giornata bellissima.
Abbiamo sfilato per le strade di Reggio Emilia, compatti ed uniti, per ribadire il nostro secco e irremovibile no al sistema capitalista. La finanza internazionale, che per anni ha mascherato la crisi sempre più profonda del nostro sistema produttivo e sociale, ha ora gettato la maschera.
E lo ha fatto per cercare di puntellare, a modo suo, un mondo fatto di precarietà del lavoro, diritti negati, insicurezza, guerre e sfruttamento.
Non è un caso se il Governo tecnico guidato dall’emissario della finanza internazionale (Rockfeller-Goldman Sachs) Mario Monti ha tra i suoi ministri banchieri, militari e personaggi legati doppio filo agli Stati Uniti d’America e alla Banca Centrale Europea.
Cercheranno di uscire da una crisi sistemica con l’unico metodo che essi conoscono: tagli allo stato sociale, ai diritti dei lavoratori, all’istruzione.
E a rimetterci saremo sempre noi.
Noi che studiamo in scuole fatiscenti, in classi sovraffollate e che ci smisteranno in direzioni già prestabilite: i figli dei ricchi da una parte, che potranno pagare un’istruzione privata, destinati a ruoli dirigenziali. Ed i figli delle classi popolari che andranno ad ingrossare la massa di lavoratori dequalificati e sempre ed ancor più sfruttabili.
Noi che paghiamo rette elevatissime per studiare nelle Università pubbliche e che non troviamo occupazione quando finiamo il nostro percorso formativo. La ricerca scientifica e il merito in questo Paese non interessano purtroppo.
Noi che lavoriamo in nero per tirare avanti, o che continuiamo ad accettare contratti a progetto, di collaborazione ed oltre quaranta tipologie di sfruttamento legalizzato perché altrimenti non sappiamo come campare.
Noi che oggi, 17 novembre, giornata internazionale dello studente ( anniversario degli eccidi nazisti di studenti e professori cecoslovacchi che si opponevano alla guerra imperialista scatenata dalle potenze dell’Asse ) abbiamo rivendicato con forza il diritto allo studio che oggi ci viene sempre più sottratto.
Abbiamo detto no alla ricerca del profitto ad ogni costo. Abbiamo rivendicato diritti che trent’anni fa sembravano acquisiti per sempre e che ora non lo sono più, come i servizi di trasporto pubblico. Un servizio veramente pubblico, alla portata di tutti i cittadini, accessibile come costo ed utile come trasporto.
Ci dicevano che era inutile. Che manifestare non serve a nulla, che costruire partecipazione e dibattito non avrebbe cambiato le cose.
Si sbagliavano di grosso! Lo abbiamo sempre detto, fin dalla prima mobilitazione! Ne eravamo sicuri.
Oggi abbiamo fatto un primo passo, abbiamo ottenuto una piccola vittoria.
Piccola, ma sempre una vittoria. Ed è su questa strada che vogliamo continuare, non ci fermeremo!
Ditelo ai vostri amici, ai vostri conoscenti, ai vostri genitori, ai vostri fratelli.
Oggi abbiamo lottato e abbiamo vinto.
Come diceva Ernesto “Ché” Guevara, grande comunista e rivoluzionario:
“Chi lotta può perdere, ma chi non lotta ha già perso!”
Hasta la Victoria! Siempre!
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