martedì 14 maggio 2013

Il FGC di Reggio Emilia contro gli INVALSI!

Il FGC di Reggio Emilia contro gli INVALSI!

“DIFENDI LA SCUOLA PUBBLICA, NO INVALSI” – questa è l’accoglienza riservata agli studenti di alcuni Istituti scolastici della nostra provincia dai militanti del Fronte della Gioventù Comunista, che questa mattina ne hanno presidiato l’ingresso per invitare gli studenti a boicottare le prove che il 16 maggio saranno somministrate a tutti gli studenti del secondo anno.
I test INVALSI – spiegano i ragazzi del Fronte - sono figli della cultura nozionistica dei quiz, che non lascia alcuno spazio ad una comprensione critica. Gli studenti vengono spinti a scegliere fra risposte prestabilite non inquadrabili in un discorso complessivo, sacrificando del tutto l’apprendimento dei concetti in favore di quello delle nozioni. Ma soprattutto, questi test costituiscono la base per l'introduzione di un sistema di finanziamento delle scuole pubbliche in base al merito invece che alle reali necessità, che trascinerebbe scuole e docenti in una competizione nell’omologare gli insegnamenti al sistema dei quiz pur di ottenere i finanziamenti. Infatti già nel 2011 fu stanziato sperimentalmente un premio per le scuole più alte in graduatoria, che ammontava a un massimo di 70.000 € per istituto. Questi test, secondo i giovani militanti del FGC, costituiscono uno dei più grandi attacchi all’istruzione pubblica, che si divide sempre di più in scuole di serie A e di serie B, mentre si nasconde il classismo dietro l’artificio retorico del merito. 

«La nostra organizzazione sta portando avanti una campagna nazionale mirata per impedire all’INVALSI di stilare una classifica, tramite la consegna in bianco delle prove» annunciano i militanti del Fronte «l’azione di oggi ha una valenza simbolica e apre giornate di lotta che vedranno i nostri militanti impegnati in manifestazioni e volantinaggi a Reggio Emilia per promuovere il boicottaggio di questi test da parte degli studenti, in difesa della scuola pubblica.»

FGC - Reggio Emilia

venerdì 10 maggio 2013

Un I°maggio senza lavoratori, senza un Partito Comunista. Ripartiamo dalla gioventù comunista!

Un I°maggio senza lavoratori, senza un Partito Comunista. Ripartiamo dalla gioventù comunista!

Ormai la giornata del primo di maggio, nella nostra città, è diventata una sofferenza. Un primo maggio senza nessuna rivendicazione concreta:solamente retorica istituzionale sull’importanza del lavoro (quale incredibile rivelazione!) e l’immancabile mantra della “legalità”.
Parole che ormai non sono più credibili, dette da chi ha svenduto (e continua tutt’ora) diritti e conquiste sociali ottenute dal movimento operaio italiano in anni di durissime battaglie. Anni di lotte e di sofferenze senza dubbio.Anni di tensioni sociali enormi; anni in cui il rischio di un colpo di Stato fascista era concreto e reale; anni in cui però la classe lavoratrice aveva coscienza di essere tale, aveva coscienza del proprio ruolo; anni in cui la maggior parte dei lavoratori e degli studenti erano organizzati sotto le insegne, piaccia o meno, del Partito Comunista Italiano.
Cosa rimane oggi, dopo la scomparsa del PCI, la dissoluzione dell’URSS e il dilagare del pensiero unico sull’immutabilità del sistema economico e sociale che abbiamo?
Onestamente dobbiamo riconoscere che rimangono solo macerie.
Il corteo di quest’anno, organizzato come sempre da CGIL-CISL-UIL era comprensibilmente striminzito e silenzioso; ci vuole in effetti del coraggio a manifestare il giorno della festa dei lavoratori sotto le insegne di quei sindacati che un tempo avremmo chiamato “gialli”. Nessun altro sindacato era però presente purtroppo.
Una discussione approfondita non è più rimandabile nemmeno sul ruolo del sindacato, sulla sua funzione e in che modo i comunisti debbano militarvi.Altre macerie che la gioventù comunista si trova a dover affrontare.
A tutto ciò si aggiunga lo sforzo di analisi e di organizzazione di tutti quei lavoratori dal contratto precario, che a differenza di quanto gridano altri soggetti politici, non si identificano automaticamente con la fantomatica categoria dei “giovani”. La precarietà colpisce difatti giovani e meno giovani e sempre di più anche le forme contrattuali che un tempo sembravano più sicure vengono sistematicamente attaccate e rese più flessibili.
Un compito difficile ma che deve essere affrontato.
Così, nella desolazione di piazze semi deserte ed esigui cortei autoreferenziali (in cui in ogni caso non vorremmo mai vedere cordoni di forze dell'ordine) quello che appare evidente non è la mancanza del Partito Democratico e di tutte le forze di “centrosinistra”.
Guardando le piazze di tutto il mondo in questo primo maggio, festa dei lavoratori, dove le bandiere rosse sventolavano con orgoglio possiamo facilmente, e tristemente, concludere che chi manca in Italia è proprio un Partito Comunista.
Il Fronte della Gioventù Comunista e tutti i suoi militanti non rimangono però con le mani in mano:
 il nuovo che verrà parte da noi, dalla gioventù comunista.Lasciando alle nostre spalle tutte le esperienze fallimentari di questi vent’anni per rilanciare con forza la necessità e l’idea stessa di un avvenire diverso, un avvenire migliore.
Che sarà socialista, o non sarà! 

Viva il Primo maggio!
Viva i lavoratori!
Viva la gioventù comunista!

Il nostro 25 aprile, i media e la gioventù comunista.

Il nostro spezzone percorre la via Emilia
tra gli applausi della folla. Foto di Mirko Amadei
Il nostro 25 aprile, i media e la gioventù comunista.

25 aprile, Reggio Emilia, via Emilia San Pietro. 
Decine di bandiere rosse e canti partigiani. Sotto un caldo e inaspettato sole d’aprile sventola una bandiera italiana, quella della Brigata Garibaldi, con la stella rossa al centro. “Il 25 Aprile non è una ricorrenza. Ora e sempre resistenza!”.Dietro lo striscione ci sono volti nuovi, giovani. Tra i carri armati d’epoca“a stelle e strisce” e la sfilata dei gruppi di ricostruzione storica, ci sono i pugni alzati dei ragazzi di Reggio Emilia, Roma, Perugia, Pisa.
Dietro all’incedere silenzioso di fasce tricolore, sindaci, assessori e agli stendardi dell’Anpi, c’è il blocco compatto del Fronte della gioventù comunista a cantare Bella Ciao, Fischia il vento, Bandiera rossa, a intonare a gran voce le canzoni della Resistenza. La stampa ci ha totalmente ignorati. Neanche un cenno e nemmeno una foto, fatta eccezione per un trafiletto di poche righe sulla presenza dei nostri compagni greci, che questo 25 aprile sono voluti essere con noi a Reggio Emilia, città medaglia d’oro al valore militare. Ma chi al corteo c’era, l’ha riconosciuta la nostra presenza. Alle prime note di Bella Ciao, i passanti si fermano e cominciano a battere le mani. Molti iniziano a cantare insieme a noi e c’è chi si commuove e non riesce a trattenere le lacrime. Anche a Gattatico, nel pomeriggio, quando percorriamo in gruppo, bandiere alzate, il tragitto che unisce i campi rossi alla casa colonica della famiglia Cervi, la gente ci sorride, partecipa ai nostri cori. Arrivati all’ingresso della festa la folla si apre e ci lascia passare. Nessuno sguardo di sufficienza o di disapprovazione, anzi. Dalle finestre qualcuno si affaccia per vedere cosa succede fuori e batte le mani, i ragazzi cantano con noi. Nonostantela nostra richiesta di uno spazio al Museo Cervi in occasione del 25 aprile ci sia stata rifiutata per una nostra “chiara collocazione e natura politica”, nessuno viene a chiederci di abbassare le bandiere rosse o di smettere di cantare. Perché il 25 aprile non può essere solo una celebrazione ufficiale o una parata vuota e silenziosa. La Resistenza non è una “ricostruzione storica” da derubricare ad un’epoca passata e il luogo migliore per ritrovare le note dei canti resistenti non può che essere la bocca di ragazzi di vent’anni. Quelli che il Fronte della gioventù comunista ha riportato in piazza e a Casa Cervi, tra macchine d’epoche e discorsi di circostanza. Ci hanno detto per anni che la festa della liberazione non deve avere colore politico. Come se ricordare i valori che hanno guidato la Resistenza, come se schierarsi, prendere posizione, essere“partigiani” fosse una cosa di cui vergognarsi! Noi sappiamo però che la lotta per la Liberazione, in queste terre, un colore ce l’aveva. E non vogliamo smettere di ricordarlo.

Fronte della Gioventù Comunista - Reggio Emilia

SAVINO: « FONDAMENTALE IL RUOLO DELLE DONNE COMUNISTE»

SAVINO: « FONDAMENTALE IL RUOLO DELLE DONNE COMUNISTE»

Troppo spesso i media e la politica riempiono i loro palinsesti e le loro vuote dichiarazioni di sdegno e di dissenso nei confronti di quella che è una enorme piaga della nostra società attuale: la violenza contro le donne e in particolare quello che è stato definito femminicidio. Ci si dimentica invece di frequente di ricordare il ruolo dei comunisti nelle lotte portate avanti dalle donne e dagli uomini in favore di una parità di genere che, in questo sistema, non sembra essere in fondo ben vista e realmente auspicata. Infatti la donna è ancora, innegabilmente, vittima di un immaginario che la rende schiava o della propria condizione di moglie e madre o peggio del proprio corpo. Non sono né le quote rose né tanto meno una semplice carica istituzionale che risolvono un problema di ben più profonda radice politica, economica, sociale e culturale. Come si può affermare perciò che, nonostante tutto, le socialdemocrazie occidentali siano riuscite a raggiungere una accettabile parità dei sessi, se ancora oggi, nel 2013, si vieta invece un corteo in ricordo di una giovane studentessa freddata a Roma il 12 Maggio 1977 perché manifestava, anche, in nome di quella parità di genere di cui oggi tutti e troppi si fanno portavoce, in favore di un corteo organizzato da fascisti e rappresentati di un becero mondo cattolico con slogan e istanze svilenti e offensive per le donne e la società intera?
Le giovani donne del Fronte della Gioventù Comunista lottano e lotteranno per difendere le conquiste ottenute in questi anni e rivendicare il ruolo rivoluzionario che abbiamo nella lotta per superare questo sistema economico fondato sullo sfruttamento dell’uomo e della donna. Consce del fatto che solo in una società socialista otterremo la piena autonomia e libertà!
Federica Savino (Resp. naz. Donne, Comitato Centrale FGC )