lunedì 27 gennaio 2014
Il giorno della memoria
"Senza Stalin, eravamo tutti nazisti, questa è la realtà. Non come quella mascalzonata di Benigni in "La vita è bella", quando alla fine fa entrare un carro armato con la bandiera americana. Quel campo, quel pezzo d'Europa la liberarono i russi, ma... l'Oscar si vince con la bandiera a stelle e strisce, cambiando la realtà." Mario Monicelli
giovedì 16 gennaio 2014
Per un servizio pubblico di qualità
Nella giornata del 13 gennaio 2014 è stata spezzata la vita di Sylvester Agyemang, un ragazzo di soli quattordici anni che stava cercando di uscire dall'autobus per recarsi scuola. Facciamo le più sentite condoglianze alla famiglia e agli amici, sperando che non accadano più tragedie simili ad altre famiglie.
Già
è stato accusato l'autista dell'autobus, che non ha aperto le porte
posteriori e non si è accorto di nulla finchè l'incidente non è
avvenuto. La dinamica degli eventi è ancora confusa, ma delle certezze ci sono.
Innanzitutto
non è frutto esclusivamente di responsabilità individuali. E' vero che
in parte potrebbe essere responsibilità dell'autista, che non ha aperto
le porte posteriori dell'autobus (anche se c'è chi dice che sia una
decisione presa da SETA), ma la causa principale dell'incidente è stato
l'affollamento sull'autobus. Quello che è un normale e quotidiano
disagio, ovvero il sovraffollamento nei mezzi di trasporto, in questa
circostanza si è trasformato in una tragedia.Questa è non solo una delle
condizioni necessarie perché si verificasse l'incidente, ma è anche la
condizione più semplice da eliminare. Cosa manca allora perché venga
eliminata? La volontà politica.
E' da diversi anni che il servizio di trasporto pubblico ha preso una piega negativa: i prezzi continuano ad aumentare mentre la crisi impoverisce i lavoratori, gli autisti subiscono uno sfruttamento che aumenta anno dopo anno, gli spazi e i mezzi sono sempre più inadeguati alla sicurezza ed alle esigenze degli utenti. Ciò è inevitabile quando un servizio pubblico viene trascurato e segue le logiche dei privati.
Quando le forze politiche che governano decidono deliberatamente di
depotenziare il welfare per spendere denaro pubblico in opere di altro
tipo si creano disagi perle classi meno abbienti; gli studenti e i
lavoratori che usufruiscono del trasporto pubblico (sia esso su strada o
su rotaia), sono vittime di queste scelte.
La crisi che stiamo vivendo oggi è frutto del sistema economico nel quale viviamo:
lo stesso che ha permesso ad alcuni Paesi di arricchirsi a scapito di
altri e alcune classi sociali di avere notevoli privilegi a scapito di
altre. Essa ci mostra chiaramente le logiche di funzionamento della
nostra società, accentuando le contraddizioni, che possiamo vivere ogni
giorno, tra ricchi e poveri, sfruttatori e sfruttati, capitalisti e
lavoratori.
Noi del Fronte della Gioventù Comunista ci schieriamo contro le politiche di depotenziamento dei servizi pubblici e per una politica che ponga le esigenze del lavoratore e dello studente prima di ogni altra cosa. Solo in questo modo si può fare in modo che non avvengano ancora incidenti come quello del 13 gennaio.
venerdì 10 gennaio 2014
Difendi la scuola pubblica, blocca il contributo!
«Difendi la scuola pubblica, blocca il
contributo!» campagna di azione in difesa della scuola pubblica promossa
dal Fronte della Gioventù Comunista. Pagando il contributo non si aiuta
la scuola, si mascherano i tagli dei governi, che ci abituano all'idea
di una scuola pubblica a pagamento. Non pagare il contributo e diffondi
la campagna di boicottaggio!
giovedì 9 gennaio 2014
Inizia la campagna del FGC sul Lavoro!
Le rassicurazioni del governo sull’economia italiana si scontrano quotidianamente con la realtà di fatti. Oggi gli ultimi dati sulla disoccupazione mostrano un quadro di un’Italia devastata con il numero dei disoccupati che è ulteriormente aumentato. La disoccupazione giovanile ha raggiunto quota 41,6% ma tutti sappiamo come in alcune aree del Paese le percentuali siano ben maggiori. In un solo anno le domande di sussidio per la disoccupazione sono salite del 33%, pari circa a 2 milioni di persone; la percentuale della disoccupazione in Italia ha superato il 12% toccando i livelli più alti dal 1977. Calano anche gli ammortizzatori sociali, già esclusi per molte forme di contratti, come dimostra il calo delle ora di cassa integrazione nello scorso anno. Aumenta il numero dei disoccupati tra i giovani, così come è in aumento il numero dei giovani che non studia e non lavora, non avendo alcuna prospettiva.
Le proposte dei partiti di governo vanno nella direzione di diminuire i livelli salariali, aumentare lo sfruttamento dei lavoratori attraverso gli incrementi della produttività, aumentare gli orari di lavoro, facendo ricorso a maggiori straordinari, spesso evitando in questo modo di assumere, oppure utilizzando contratti di apprendistato e formazione come leva per costruire personale con minori tutele e più bassi livelli salariali, da utilizzare come manodopera a basso costo e strumento di competizione al ribasso tra i lavoratori. L’aumento dell’età pensionabile ha ulteriormente contribuito a diminuire i posti di lavoro per i giovani, alterando il ricambio generazionale fisiologico tra pensionati e nuovi lavoratori. Il tutto presentato, coprendo una logica evidente, come provvedimento in favore delle nuove generazioni. La delocalizzazione di importanti aziende, ed interi settori produttivi all’estero, facendo leva sulle condizioni salariali e legali più convenienti per il capitale, e sul principio di libera circolazione di capitali merci e servizi, ha prodotto la perdita di migliaia di imprese, che hanno lasciato miseria e disoccupazione. In altri casi il ricatto della possibile chiusura è stato utilizzato contro i lavoratori per imporre condizioni di lavoro peggiori. A questo si aggiunge il costante blocco delle assunzioni nelle pubbliche amministrazioni, la riduzione di personale negli ospedali, nelle scuole, negli uffici, nei trasporti pubblici, in tutti i settori deputati ai servizi sociali, in nome del rispetto dei tetti di bilancio e dell’idea di riduzione dei servizi pubblici statali a favore delle imprese private. Tutto questo è accaduto negli ultimi anni con la complicità dei sindacati confederali, che salvo rare e non sempre coerenti opposizioni interne, hanno accettato questa situazione e rinunciato a qualsiasi lotta reale, limitandosi a capitolare su accordi sempre più svantaggiosi.
Nel 2014 la questione del lavoro e della disoccupazione giovanile sarà al primo posto nella nostra azione politica. Per questo a partire dai prossimi giorni inizieremo in tutta Italia una campagna di lotta contro la disoccupazione giovanile che culminerà con una manifestazione in occasione del vertice dei primi ministri europei che si terrà a Roma con tutta probabilità nel mese di aprile. Il vertice, annunciato lo scorso novembre, senza tuttavia stabilire la data, vedrà la partecipazione di tutti i primi ministri dell’UE che discuteranno sulle misure da intraprendere per contrastare l’aumento dei giovani disoccupati in Europa. Non riteniamo che da questo vertice possa venire alcuna soluzione. E per questo annunciamo già da ora la nostra intenzione di scendere in piazza per conquistare con la lotta i nostri diritti.
domenica 5 gennaio 2014
La tessera 2014 del Fronte della Gioventù Comunista
La nostra tessera del 2014 sarà dedicata a Võ
Nguyên Giáp, comunista vietnamita, generale che sconfisse l'imperialismo
giapponese, francese e americano, scomparso lo scorso ottobre all'età
di 102 anni.
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