Nella giornata del 13 gennaio 2014 è stata spezzata la vita di Sylvester Agyemang, un ragazzo di soli quattordici anni che stava cercando di uscire dall'autobus per recarsi scuola. Facciamo le più sentite condoglianze alla famiglia e agli amici, sperando che non accadano più tragedie simili ad altre famiglie.
Già
è stato accusato l'autista dell'autobus, che non ha aperto le porte
posteriori e non si è accorto di nulla finchè l'incidente non è
avvenuto. La dinamica degli eventi è ancora confusa, ma delle certezze ci sono.
Innanzitutto
non è frutto esclusivamente di responsabilità individuali. E' vero che
in parte potrebbe essere responsibilità dell'autista, che non ha aperto
le porte posteriori dell'autobus (anche se c'è chi dice che sia una
decisione presa da SETA), ma la causa principale dell'incidente è stato
l'affollamento sull'autobus. Quello che è un normale e quotidiano
disagio, ovvero il sovraffollamento nei mezzi di trasporto, in questa
circostanza si è trasformato in una tragedia.Questa è non solo una delle
condizioni necessarie perché si verificasse l'incidente, ma è anche la
condizione più semplice da eliminare. Cosa manca allora perché venga
eliminata? La volontà politica.
E' da diversi anni che il servizio di trasporto pubblico ha preso una piega negativa: i prezzi continuano ad aumentare mentre la crisi impoverisce i lavoratori, gli autisti subiscono uno sfruttamento che aumenta anno dopo anno, gli spazi e i mezzi sono sempre più inadeguati alla sicurezza ed alle esigenze degli utenti. Ciò è inevitabile quando un servizio pubblico viene trascurato e segue le logiche dei privati.
Quando le forze politiche che governano decidono deliberatamente di
depotenziare il welfare per spendere denaro pubblico in opere di altro
tipo si creano disagi perle classi meno abbienti; gli studenti e i
lavoratori che usufruiscono del trasporto pubblico (sia esso su strada o
su rotaia), sono vittime di queste scelte.
La crisi che stiamo vivendo oggi è frutto del sistema economico nel quale viviamo:
lo stesso che ha permesso ad alcuni Paesi di arricchirsi a scapito di
altri e alcune classi sociali di avere notevoli privilegi a scapito di
altre. Essa ci mostra chiaramente le logiche di funzionamento della
nostra società, accentuando le contraddizioni, che possiamo vivere ogni
giorno, tra ricchi e poveri, sfruttatori e sfruttati, capitalisti e
lavoratori.
Noi del Fronte della Gioventù Comunista ci schieriamo contro le politiche di depotenziamento dei servizi pubblici e per una politica che ponga le esigenze del lavoratore e dello studente prima di ogni altra cosa. Solo in questo modo si può fare in modo che non avvengano ancora incidenti come quello del 13 gennaio.
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