Troppo spesso i media e la politica riempiono i loro palinsesti e le loro vuote dichiarazioni di sdegno e di dissenso nei confronti di quella che è una enorme piaga della nostra società attuale: la violenza contro le donne e in particolare quello che è stato definito femminicidio. Ci si dimentica invece di frequente di ricordare il ruolo dei comunisti nelle lotte portate avanti dalle donne e dagli uomini in favore di una parità di genere che, in questo sistema, non sembra essere in fondo ben vista e realmente auspicata. Infatti la donna è ancora, innegabilmente, vittima di un immaginario che la rende schiava o della propria condizione di moglie e madre o peggio del proprio corpo. Non sono né le quote rose né tanto meno una semplice carica istituzionale che risolvono un problema di ben più profonda radice politica, economica, sociale e culturale. Come si può affermare perciò che, nonostante tutto, le socialdemocrazie occidentali siano riuscite a raggiungere una accettabile parità dei sessi, se ancora oggi, nel 2013, si vieta invece un corteo in ricordo di una giovane studentessa freddata a Roma il 12 Maggio 1977 perché manifestava, anche, in nome di quella parità di genere di cui oggi tutti e troppi si fanno portavoce, in favore di un corteo organizzato da fascisti e rappresentati di un becero mondo cattolico con slogan e istanze svilenti e offensive per le donne e la società intera?
Le giovani donne del Fronte della Gioventù Comunista lottano e lotteranno per difendere le conquiste ottenute in questi anni e rivendicare il ruolo rivoluzionario che abbiamo nella lotta per superare questo sistema economico fondato sullo sfruttamento dell’uomo e della donna. Consce del fatto che solo in una società socialista otterremo la piena autonomia e libertà!
Federica Savino (Resp. naz. Donne, Comitato Centrale FGC )
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